OREO

 Ti hanno chiamato Oreo, ma tu non conosci il tuo nome, per te sentire questa parola significa solo che è arrivato il momento della pappa. 

Nell'ultima delle tue mille vite di gatto randagio sei stato investito da un'auto e sei stato così forte e fortunato che sei sopravvissuto nonostante le ferite, sei stato salvato ed operato e sei tornato a camminare.

Un giorno sarai anche libero di amare ed essere amato, ma mai più un randagio. 

Un giorno imparerai a cosa servono queste mani che rovistano sempre nelle tue cose, per il momento portano solo cibo perché è l'unica lingua che conosci. Hai vissuto una vita randagia ed in solitudine, che se non mangi muori, arrabbiato con il mondo, a soffiare e graffiare più forte che puoi prima che siano gli altri a prendere te.

Portiamo cibo ed hai imparato che chi porta cibo può essere tuo amico, tant'è che sei quasi grosso come un procione. 

Dici un sacco di parolacce in gattese quando soffi, ma il tuo sguardo cambia quando capisci che siamo lì non per farti del male ma per prenderci cura di te.

Ami giocare a modo tuo, con palline, topolini e cannette con il cordino, magari un giorno amerai anche farti spupazzare di coccole. 

Non sarai mai un gatto per tutti, sarai il gatto di una persona consapevole e rispettosa dei tuoi tempi. Una persona armata di santa pazienza, che saprà aspettare per vedere finalmente emergere il gatto biscottoso che sei, ancora nascosto sotto la tua corazza di amarezza e diffidenza. 

Oreo anni boh, castrato, sano, ancora un po' zoppo, speriamo migliori.

Spesso incazzato, soprattutto se non conosce, ma il suo umore migliora se il pancino è pieno.

 

Istruzioni di base:

"Tu porta bustina, io ti do testatina.

Tu porta giochino, io faccio cretino."